L‘Oms frena per una riapertura, ma gli industriali fanno pressione. Nel frattempo è arrivata la prima truffa sulla gara bandita da Consip per i presidi medico-chirurgici.
È record il numero dei guariti dal Coronavirus – come riporta l’ANSA – è di 2.099 soltanto nelle ultime 24 ore. È questo l’ultimo bollettino della Protezione Civile.
E così la Confindustria va in pressing sul Governo Conte per porre fine definitivamente alla fase di lockdown, ma l’Oms frena gli entusiasmi e spinge per posticipare l’inizio della «fase 2» dell’emergenza.
“Non c’è ancora una diminuzione netta dei contagi, ma solo un rallentamento. Riaprire ora è difficile“.
Con queste parole, il Premier Giuseppe Conte ha spiegato come sia necessario individuare alcuni settori che possono cominciare prima di altri la loro attività.
“Se gli esperti – ha continuato – daranno il loro consenso, potremmo cominciare ad allentare alcune misure già alla fine di aprile“.
Altro fronte caldo, poi, è quello relativo ai decessi nelle case di riposo per anziani. Dove più di un terzo sarebbe deceduto per mano del COVID-19.
GLI INDUSTRIALI
Ma la presa di posizione netta da parte degli industriali, non fa che aumentare le tensioni nel Governo che si trova già diviso sulle scelte da prendere nel giorno subito dopo Pasquetta, giorno in cui verrà rinnovato l’attuale Dpcm.
Conte entro sabato deciderà, anche se a tutti gli italiani un fatto è già noto: non ci sarà nessun “liberi tutti”. Niente corse all’aria aperta o lunghe passeggiate nei parchi, e nemmeno bar e ristoranti riapriranno.
A tutto questo il Governo ci penserà solo a partire dalle prossime settimane, dopo un’attenta valutazione delle attività lavorative e il loro indice di rischio connesso a una possibile riapertura.
L’obiettivo, è quello di fornire delle linee guida sulle modalità con cui le diverse professioni potranno ripartire. La mappa prevede tre diversi indici di rischio:
- basso;
- medio;
- alto.
A ogni livello, dovrebbero corrispondere adeguate misure di protezione e di distanziamento sociale.
CONTAGI IN DIMINUZIONE: MA NON BASTA
Il tutto mentre nel frattempo il numero delle vittime continua a scendere, e lo fa per il quarto giorno consecutivo. Il numero si è fermato a 542, il più basso dal 10 marzo.
In diminuzione (per il quinto giorno consecutivo) anche il numero dei ricoverati in terapia intensiva (99 in meno rispetto a martedì) e il numero complessivo dei ricoverati in ospedale.
Numeri rafforzati da quelli sui tamponi effettuati, visto che stanno aumentando sempre di più, giorno dopo giorno, e a oggi hanno superato i 50mila.
Tutto ciò però non basta alla scienza per dire che si può ripartire senza rischi.