Migranti: task force nell’hotspot di Pozzallo. Il Presidente della Regione Sicilia: “Alziamo la voce!”
“Da stamattina, da quanto apprendo, si è iniziato a svuotare l’hotspot di Pozzallo dove alle 11 arriverà il nostro team per esaminare l’idoneità dei locali. I ricorsi notificati a mezzo stampa non producono effetti. Ma alzare la voce, a tutela della salute pubblica, evidentemente sì. Vedremo se in qualche giorno si ristabilirà la legalità. Vi tengo aggiornati!“
Così – come riporta l’Ansa – il Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha informato i suoi cittadini attraverso un post su Facebook.
I 62 migranti positivi al Coronavirus, fino ad oggi ospitati all’hotspot di Pozzallo, sono stati tutti trasferiti in una sede più idonea alle loro condizioni. A renderlo noto il Sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, il quale ci ha tenuto a sottolineare che:
“L’operazione è il il frutto di una collaborazione quotidiana, continua e riservata con il ministero dell’Interno e con la Prefettura di Ragusa che testimonia come soltanto la sinergia istituzionale può portare a risultati celeri“.
“Spero nel buonsenso del governo centrale. Speriamo che non ci siano né vinti né vincitori – ha ribadito il governatore Musumeci a SkyTG24, parlando dell’ordinanza di sgombero dei centri di accoglienza emanata dalla Regione – . Io ho già dimostrato di essere collaborativo, abbiamo operato oltre 11 mila interventi sui migranti, abbiamo sempre dato ampia disponibilità. Più collaborazione di così non si può“.
“Tra qualche ora – ha aggiunto – ci rivolgeremo alla magistratura, ed è triste e disarmante constatare come due articolazioni dello Stato, governo centrale e governo regionale, debbano ricorrere alla magistratura per riaffermare un diritto sacrosanto che è il diritto alla salute“.
“Il governo centrale – ha concluso Musumeci – , che ha avuto notificato il provvedimento, non ha ritenuto di dover dare disposizioni alle forze dell’ordine e alle Prefetture per poter sgombrare i centri d’accoglienza in Sicilia, ma al tempo stesso entro le 48 ore non ha provveduto a impugnare l’ordinanza. Il che significa che ci troviamo davanti ad una palese omissione, perché le precedenti due ordinanze le Prefetture le avevano regolarmente osservate“.